Racconto del Terrore racconto del terrore di Colombo
Diego
Il piccolo Luca aveva soltanto sette anni
ma già
si riteneva un guerriero. Era un bimbo magro e dalla carnagione
chiara,con dei bellissimi occhi azzurri nascosti sotto una frangetta
di capelli rossi che cadevano su un visino spruzzato di lentiggini.Erano
le otto di sera del 2 Novembre,e il bimbo stava tornando da
una passeggiata lungo il Canale Villoresi.Amava molto andare
a giocare da quelle parti,specialmente quando non c era
nessuno a disturbarlo durante i suoi giochi fatti di Cavalieri
e Dame da salvare da spaventosi Draghi sputafuoco e crudeli
Streghe dagli spaventosi poteri. Dal canto loro i suoi genitori
lo lasciavano andare di buon grado,sicuri del fatto che la zona
nella quale abitavano era sicura e tranquilla e che quindi il
loro amato figliolo non avrebbe potuto correre alcun rischio.Quella
sera Luca si era attardato un po nel salvare la Dama di
turno perché il nemico da combattere era stato alquanto
arduo,e non si era reso conto di quanto fosse tardi.Sicuramente
sua madre l avrebbe sgridato
accidenti
guarda
com era già buio! Affrettò dunque il passo
senza
arrivare a correre tuttavia
nella corsa c era qualcosa
che ricordava troppo la fuga
e fuggire significava avere
paura,cosa che lui non avrebbe mai ammesso,nemmeno con se stesso.Eppure
ne aveva
come tutti i bambini del resto.La strada che dal
luogo dei suoi giochi lo riconduceva a casa non era particolarmente
lunga
ma alquanto buia e spaventosa a suo parere.Abitava
nei pressi del Cimitero
ma non era quell ultimo tratto
a spaventarlo (i suoi genitori gli ripetevano continuamente
che non doveva avere paura dei morti),bensì la lunga
via prima,quella che si faceva largo in mezzo a prefabbricati
abbandonati e fabbriche in disuso e fatiscenti.Eccola lì
la
via delle finestre la chiamava lui
una carrellata
infinita di imposte semi crollate e vetri rotti o troppo sporchi
per poterci guardare attraverso
una lunghissima camminata
in mezzo a quegli occhi sbarrati che ti fissavano senza mai
un battito di palpebre
antri spaventosi di belve in attesa.Ma
lui non poteva ammettere di avere paura
la paura era per
i vili
e lui era un guerriero
un Cavaliere
e
il Codice bandiva la paura come un emozione indegna per
il suo rango.Quella sera la via delle finestre era più
silenziosa del solito,e Luca dovette farsi coraggio ripetendosi
il Codice Cavalleresco nella mente più volte prima di
fare il primo passo.Accipicchia che silenzio
poteva sentire
i suoi passi risuonare distintamente per tutta la strada,e ogni
tanto gli sembrava di scorgere degli strani movimenti negli
edifici attraverso qualche finestrone.Coraggio Sir Luca
hai
la tua spada con te
non hai nulla da temere si disse
per l ennesima volta nel giro di qualche minuto.La sua
fervida fantasia cominciò a galoppare
in un capannone
abbandonato riposava un Drago che ora al suono dei suoi passi
si sarebbe svegliato
dalla finestra di una casa crollata
per metà un Mago malvagio lo spiava con occhi carichi
d odio
dal tombino davanti a lui dita scheletriche
spuntavano a ghermirgli la caviglia
ma lui aveva sempre
la sua spada
e non sarebbe indietreggiato che diamine!
Una o due volte gli venne anche la tentazione di correre
ma
sapeva che se l avesse fatto non se lo sarebbe mai perdonato.Quando
la mamma gli leggeva le storie di Sir Lancillotto alla luce
della lampada non aveva mai sentito del suo eroe che correva
spaventato e se la dava a gambe levate
e allora nemmeno
lui l avrebbe fatto.Però che paura quelle finestre
erano
davvero lugubri.Un rumore vicino ad un cassone dell immondizia
lo fece trasalire.Si fermò di colpo e trattenne il fiato.Si
era infine giunti allo scontro dunque
i suoi malvagi nemici
stavano per attaccarlo
bene
che venissero pure
lui
era pronto! Tremava come una foglia
reggeva la sua spada
immaginaria con entrambe le mani davanti a sé come un
amuleto
i suoi nervi erano tesissimi.Poi un grosso ratto
sbucò da dietro il cassone e attraversò pigramente
la strada per andarsi ad infilare in un mucchio di rottami arrugginiti.Il
bimbo espirò d un botto il fiato trattenuto fino
ad allora ed emise un debole fischio di sollievo
falso
allarme
pericolo scampato.Certo
avrebbe preferito
distruggere ed umiliare qualche Orco
ma in fondo andava
bene così.Preso da un impeto di invincibilità
proruppe in una risata sprezzante
ah!
avete
paura eh?Vigliacchi! Fatevi avanti se avete coraggio! Siete
soltanto dei marrani!.Aveva appena terminato la frase
quando un rumore di passi alle sue spalle gli gelò il
sangue.Si voltò di scatto giusto in tempo per vedere
la sagoma scura che stava imboccando la via dietro di lui,la
sagoma di un uomo stagliata contro la luce di un lampione che
si avviava a passi lenti nella sua direzione.Lo prese il panico.Un
terrore mai provato gli attanagliò le viscere e le gambe
questa
non era fantasia
era reale! I muscoli delle gambe non volevano
saperne di muoversi
era inchiodato al terreno come un palo.Muoviti
Luca! implorò se stesso dimenticando stavolta il
Sir
muoviti o quello ti prende!.Le
gambe cominciarono ad obbedirgli
in un primo momento i
muscoli irrigiditi gli fecero assumere una corsa scomposta ed
impacciata
poi cominciò a sentirsi più fluido
e veloce.Dai che ce la fai Luca! ripeteva soltanto
dai
che lo freghi!.Improvvisamente tutti i suoi nemici lo
attaccarono uscendo dalle finestre dalle quali lo avevano spiato.Il
Drago sputò fuoco davanti a lui,l Orco vibrò
un colpo con la sua mazza che lo mancò di un pelo ed
il Mago fece un incantesimo per farlo inciampare.Il bambino
incespicò per qualche passo e poi ruzzolò in mezzo
a dei sacchi della spazzatura.Si rialzò immediatamente
e con la coda dell occhio vide la sagoma dell uomo
che si faceva sempre più vicina.Ricominciò a correre
come un forsennato.Ora i mostri della sua fantasia erano scomparsi
restavano
soltanto lui e l ombra scura nella via
lui ed il
suo inseguitore reale.Mancavano soltanto un centinaio di metri
all uscita della via e a casa sua
soltanto pochi
secondi.A cinquanta metri dalla salvezza si guardò alle
spalle.L ombra era scomparsa.E un trucco
si convinse continua a correre Luca.Arrivò
all uscita della via correndo a testa bassa come un toro
infuriato.Ce l ho fatta fece appena in tempo
a pensare prima di urtare qualcosa che lo fece cadere a gambe
all aria.Alzò lo sguardo in preda al terrore
davanti
a lui troneggiava una forma scura che uscì dall
ombra lentamente sorridendo.Oh Luca Luca
sei sempre
il solito disse sua madre guardandolo con aria di rimprovero
e scuotendo il capo.Mamma! scoppiò in lacrime
il bambino alzandosi prontamente da terra e aggrappandosi al
lungo vestito della madre.Ci hai fatto preoccupare piccolo
disobbediente lo redarguì la donna ti avevo
detto di rimanere fuori soltanto un oretta
e io e
tuo padre cominciavamo a preoccuparci.Soltanto allora
Luca si ricordò del suo inseguitore
si voltò
verso la via e la trovò deserta.Cosa devo fare
con te Luca? intervenne una voce maschile interrompendo
il corso dei suoi pensieri.Era la voce di suo padre.Luca guardò
in alto seguendo la voce,e vide suo padre seduto sopra un lampione.Papà
io
cominciò il bimbo.Niente scuse Luca lo interruppe
il padre saltando giù te l ho già
detto tante volte
alle otto a casa che si fa colazione
tutti insieme.Siamo una famiglia
non tre Vampiri che vivono
per caso nella stessa casa.E anche se ti svegli alle sei
resti
nella bara e aspetti dopo colazione ad uscire
hai tutta
la notte per giocare che diamine! Tua madre era preoccupata
e
ha mandato me a cercarti.Che non si ripeta più.Va
bene papà acconsentì Luca con lo sguardo
rivolto a terra.E domattina niente favola prima di dormire
aggiunse quindi la madre così impari un po
di disciplina.Ma mamma
protestò
il piccolo Vampiro Ma un bel niente concluse la
madre.Prese Luca per mano e si avviò.Anche il padre gli
tese la mano,e il bimbo la prese volentieri.Non preoccuparti
Luchino gli sussurrò il papà all orecchio
avviandosi le passerà presto.Ti ha anche preparato
una colazione speciale
il tuo Gruppo Sanguigno preferito.Sul
viso di Luca si stampò immediatamente un sorriso dal
quale spiccavano due piccoli canini candidi ed acuminati.
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